Da sempre la natura ci mostra che l’evoluzione è sempre a favore della collettività e della specie, mai del singolo individuo. C’è questo alla base di alcune stranezze che accadono tra gli animali.
Vediamo ad esempio quello che accade nella popolazione di bue muschiato. Si tratta di un esemplare che può pesare fino a 400 chili e andare ad una velocità di. circa 60 km/h. Durante la stagione degli amori, si scontrano tra loro prima di testa e poi trafiggendo i nemici con le loro enormi corna.
Un bue maschio nel corso della sua vita può ricevere almeno 2.100 colpi di questo calibro. Ci si chiede infatti come riescano a sopravvivere senza rompersi la testa.
Si è sempre pensato che gli animali che si scontrano di testa, come i buoi muschiati e le pecore bighorn, siano in qualche modo immuni alle ferite al cranio. Come se avessero corna magiche o qualcosa del genere. -Spiega Nicole Ackermans, neuroscienziata presso la Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York.
In realtà però quando la Ackermans ha iniziato a esaminare a fondo questo tema, ha scoperto che nessuno mai aveva studiato se questi erbivori subissero danni cerebrali a causa dei loro “testa-a-testa”. Così, insieme ai suoi colleghi hanno acquisito cervelli di buoi muschiati e pecore bighorn, per studiarli.
Abbiamo trovato, in tutti i nostri esemplari, un modello specifico che sembrava davvero ricordare un trauma cerebrale cronico precoce in un essere umano. -spiega Ackermans.
Quando i neuroni vengono danneggiati, a causa dell’invecchiamento, di problemi genetici o di un impatto meccanico, si strappano e questa proteina si rompe e si trasforma in grumi. E osservando la presenza di schemi specifici, è possibile capire se si tratta di un cervello normale, o di invecchiamento, o di Alzheimer, o di un potenziale trauma.
Quindi, in realtà, subiscono i danni delle loro testate. E potrebbe essere anche uno dei motivi per il quale la vita degli animali maschi è più breve in media rispetto a quella delle femmine. Inizialmente questo potrebbe sembrare insensato. Come può essere che un comportamento naturale, possa rivelarsi così dannoso per la specie?
Ogni anno, un bue muschiato batte la testa molte volte, ma se si riproduce anche solo una volta con successo, è tutto ciò di cui ha bisogno. Lo scopo, da un punto di vista prettamente evolutivo, è semplicemente quello di non morire. -Spiega l’autrice.
Accoppiarsi e poi morire. Sembra un parallelismo con alcuni marsupiali, come afferma Diana Fisher, ecologista dei mammiferi presso la Scuola di Scienze Biologiche dell’Università del Queensland, in Australia.
Essi hanno una stagione di accoppiamento molto frenetica. Gli incontri riproduttivi possono durare dalle 12 alle 14 ore e ogni maschio cerca di accoppiarsi con quante più femmine possibile. Questo lo porta alla morte, a causa del collegene della pelle che si disintegra e delle emorragie interne che si formano.
Si tratta di un comportamento piuttosto insolito per dei mammiferi. La riproduzione suicida è infatti più comune tra insetti, pesci, piante e aracnidi.
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