Vleksandra, nota sui social come Sasha, era un’animalista ucraina uccisa da un bombardamento. Anche durante quei tragici momenti non ha mai smesso di prendersi cura dei suoi animali: “Guardare i miei cani che giocano tranquilli mi fa credere che ce la faremo”, scriveva ai suoi amici.
«Le case vicine non avevano finestre, molte non avevano neanche tetti o recinzioni. Un tubo del gas ad alta pressione era stato fatto esplodere, i fili elettrici erano stati strappati. Tra le case residenziali ci sono crateri di bombe dell’aviazione, sulla strada ci sono auto e veicoli militari bruciati e ammaccati. Una capra sta urlando. Urla disperatamente e istericamente vicino al recinto con i cavalli di Natasha. Non oso avvicinarmi, perché devo passare davanti alle macchine bruciate e saccheggiate. Tutto sembra come in un film sulla fine del mondo…».
Questo è il contenuto dell’ultimo post pubblicato da Alexandra Polashchuk su Facebook, poco prima di morire nel bombardamento di Kherson, cittadina sotto il controllo russo già dai primi giorni del conflitto.
Aleksandra, nota sui social come Sasha, era un’attivista che nella sua città si occupava di provvedere a un gran numero di gatti, cani e cavalli. Come chiunque altro aveva paura della guerra che aveva sconvolto la sua realtà trasformandola nel set di un film post-apocalittico, ma nonostante ciò prese la decisione di restare e continuare ad occuparsi degli animali.
Notizia
A dare la notizia della scomparsa avvenuta il 25 febbraio 2022 è il rifugio con il quale la donna collaborava attivamente, l’Homeless Pets: «La vita di Sasha è stata presa dalla guerra. È morta sotto le macerie della sua casa a causa di una bomba. Non era solo una mamma affettuosa ma aiutava attivamente molti animali. Portava la bontà in questo mondo, e oggi la sua vita è stata interrotta».
Purtroppo Sasha non è stata la sola amante degli animali a perdere la vita durante la guerra: la ventiseienne Anastasiia Yalanskaya, è stata uccisa mentre si trovava insieme ad altri due volontari a Bucha, cittadina a 30 km da Kiev dove era arrivata in auto per portare cibo a un rifugio.
Come Anastasia, anche Sasha non voleva andarsene dal suo paese per continuare ad aiutare i suoi cani e cavalli. Nonostante le bombe cadute nella prima notte di conflitto, non aveva perso le speranze e la mattina dopo l’attacco si era recata dai suoi cani per tranquillizarli, e farsi tranquillizare da loro: «In mezzo a esplosioni e sparatorie la loro calma è un dono. Guardarli mi fa credere che ce la faremo», scriveva poche ore prima di morire.
Similmente a quanto ha fatto Sasha, sono tanti gli ucraini che stanno prendendo forza dalla vicinanza dei loro compagni animali, come mostra un video in cui si vede un uomo camminare per le strade distrutte in compagnia del suo cane.
In tempo di pace Sasha usava i social per condividere appelli d’adozione per i cani che recuperava dalla strada, in pochi giorni, però, tutto è precipitato. La sua bacheca virtuale è cambiata, iniziando a ospitare testimonianze della guerra, e infine anche la sua casa è stata abbattuta come le altre del vicinato.
Conseguenze famigliari
In qual momento nell’abitazione con lei c’era uno dei suoi due figli. È stato proprio lui a trovarla, ma «quando è riuscito a tirarla fuori dalle macerie sua madre non respirava più», hanno raccontato gli amici di Sasha.
Il ragazzo è stato affidato ad alcuni parenti, mentre gli animali sopravvissuti all’esplosione sono stati accolti dalle volontarie rimaste in Ucraina che continuano così la missione di Sasha.
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