Qualche giorno fa, i residenti di Foggia hanno assistito ad una scena quasi incredibile: per le strade della città di Foggia, vagava un grande elefante indiano. Molti automobilisti e passanti hanno fatto video e foto che poi hanno caricato in rete.
L’enorme animale si trovava a pochi passi centro commerciale “La Mongolfiera” e cercava di nutrirsi con l’erba sradicata dalle aiuole. In poco tempo le foto e i video sono finiti sui social e hanno fatto tanto scalpore.
L’episodio ha scatenato molte battute in rete, alcuni hanno detto:
Ormai Foggia è una savana.
Infatti, non è la prima volta che per le strade della città pugliese, si incontrano animali non proprio domestici. Due anni fa, una pantera nera è arrivata nella periferia di Foggia.
Qualcun altro scrive: “
A Foggia un elefante, sostituendosi all’uomo, provvede alla cura del verde pubblico!
Non bisognerebbe, però, ironizzare su questi fatti. Infatti, l’enorme pachiderma è fuggito dal circo Maya Orfei. L’elefante è scappato dalle luci e dalle musiche fastidiose, costretto a sopportare ogni giorno. Il suo è stato un atto di ribellione.
Qui sotto, il video girato da un residente di Foggia.
É comprensibile il gesto dell’elefante, l’animale era sicuramente stanco di tutti i le costrizioni che subisce ogni giorno per essere addestrato. Deve essere davvero frustrante, per un animale nato per essere libero, eseguire dei spettacoli per soddisfare il pubblico.
L’elefante indiano è stato riportato al circo, dove sarà comandato per sempre dagli umani, dove non riceverà mai tutte le attenzioni adeguate e dove continuerà a vivere in una realtà che non gli appartiene per natura.
Molti altri animali hanno cercato di fuggire dai circhi, in cerca della libertà. Questi animali sono spesso sottratti al loro ambiente naturale, incatenati e addestrati. Sono sottoposti a continui trasporti e tenuti a temperature non adatte a quelle che richiederebbe la loro natura. Non è sufficiente dar loro da mangiare e da bere. Forse un giorno, ci renderemo tutti conto, che quella per gli animali nei circhi non è vita e, finalmente, potranno essere riabilitati e portati nei loro habitat naturali.
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