Questa è una storia molto triste e ingiusta di un pitbull costretto ad affrontare una morte certa in un rifugio animale. Un rifugio dovrebbe essere un luogo sicuro, di certezze, non un luogo di condanna a morte. Gli animali spesso finiscono nei rifugi per le ragioni più assurde e disumane che nessuno può e potrà mai capire.
In genere quando i cani invecchiano, dunque richiedono più attenzioni e cure dai loro proprietari, vengono abbandonati. Nessuno vuole impegnarsi così decidono di lasciarli, nonostante l’amore che hanno ricevuto dai propri amici a quattro zampe.
Questa storia parla di un pitbull di nome Layla, abbandonata in un rifugio animale perché i suoi proprietari si erano “stancati” di loro. Il suo padrone si è giustificato dicendo:
Non potevo più prendermi cura di Layla. Richiedeva molto tempo, ho cinque figli e altre due cani, non c’era abbastanza tempo da spartire per tutti. Lasciarla andare è stata molto dura e triste.
Il cane d’altro canto era molto affezionato ai bambini, gli faceva da baby sitter full time. Quando è stata abbandonata non aveva minimamente realizzato la notizia era molto triste e si rifiutava di fare qualsiasi cosa.
Il peluche del pitbull
L’unica cosa che sembrava darle tranquillità era il suo peluche, d’altronde era l’unica cosa che le era rimasto della sua famiglia. Non lo lasciava neppure per un secondo, lo aveva sempre vicino a sè.
Il personale del canile ha deciso di muovere una protesta per i diritti di Layla e di tutti cani che, come lei, sono stati costretti a rinunciare ad una vita serena e piena d’amore a causa della cattiveria e all’egoismo che pervade l’uomo. Non è normale e non deve essere comune l’abbandono, in tutte le sue sfumature.
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