Miriam CambiseNumerose lumache, giganti e voraci, si stanno diffondendo in Venezuela e stanno portando molta preoccupazione tra la popolazione. Questi animali, purtroppo, portano con sé numerosi rischi per la salute dell’uomo e stanno diffondendo il panico.
La situazione sembra fuori controllo ed allarmante. Il Venezuela è stato invaso da numerose lumache, della specie del gasteropode vorace. Si tratta della lumaca gigante subsahariana Achatina fulica, la quale si sta riproducendo senza sosta.
Apparentemente le lumache sembrano degli animali innocenti, ma questa specie si trova nella lista delle cento specie invasive più dannose sulla Terra, in grado di distruggere interi habitat e di sostituirsi alle precedenti specie.
In particolare, questa razza di lumache è dannosa per i raccolti e trasporta dei parassiti che sono molto pericolosi per la salute dell’uomo. Trasportano i responsabili delle malattie come la meningite, l’encefalite e disturbi intestinali molto seri.
In Venezuela è stato proclamato ufficialmente lo stato d’allerta ma bisogna trovare un modo per debellare questa specie senza creare danni all’ambiente. Si tratta di una sfida molto difficile.
La pericolosa diffusione della lumache
La riproduzione di queste lumache è molto veloce: ogni 15 giorni una lumaca di questa specie può deporre tra le 400 e le 1600 uova ed, essendo una specie ermafrodita, ogni esemplare si può riprodurre.
Jose Sandoval, direttore dell’ONG Azul Ambientalista, si è mostrato molto preoccupato riguardo l’intera situazione. L’uomo sostiene che se la riproduzione di questi animali continuerà ad una tale velocità tutta la vegetazione venezuelana scomparirà.
La diffusione di queste lumache sta avvenendo a causa del cambiamento climatico, il quale sta allungando il tempo della stagione delle piogge nell’intero paese.
Inoltre, se si arrecano danni alla vegetazione, di conseguenza si avranno problemi anche per il riscaldamento globale.
Attualmente la città più colpita è Maracaibo, in cui ogni giorno si raccolgono all’incirca 350 lumache giganti.
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Anna La Riccia
