Cucciolo di scimmia trovato mummificato in una scatola di cartone

Cucciolo di scimmia trovato mummificato in una scatola di cartone.

Si tratta dell’incredibile storia di questa scimmia mummificata. Inizialmente, quando i soccorritori trovarono questo orango, pensarono che fosse morta. L’animale, battezzato con il nome di Gito, era immobile in una scatola di cartone imbevuta di urina, e lasciato lì a morire. Il cucciolo era in un evidente stato di malnutrizione, in quanto vivesse solo di latte condensato.

Le foto del cucciolo di scimmia mummificato

Gito, la scimmia, sembrava essere ‘mummificato‘, ed era stato lasciato alla crudeltà e all’abbandono. Secondo i soccorritori, collaboratori dell’organizzazione International Animal Rescue (AIR), l’animale era stato lasciato appositamente in quelle condizioni forse per una sorta di esperimento.

Perfino i soccorritori, ormai abituati ad andare incontro a situazioni disastorse, sono rimasti scioccati quando hanno visto le condizioni del povero animale. Per fortuna però, Gito non è morto. L’animale infatti sta lentamente ritornando alla vita grazie all’impegno dei collaboratori di International Animal Rescue.

In questo momento Gito è ancora in riabilitazione, ma può giocare nella apposita palestra dell’organizzazione e viene ripreso costantemente. Infatti, l’organizzazione ha pubblicato diverse foto dell’animale che mostrano il suo cambiamento: da come è arrivato a come è adesso. I collaboratori hanno affermato di essere fieri di poter pubblicare queste foto, che mostrano chiaramente come Gito stia lentamente riprendendo vita.

La sua pelle infatti, migliora in ogni foto, e in ogni video Gito sembra essere più reattivo e felice di essere ancora in vita. L’animale si è dunque ripreso la vita che avrebbe sempre dovuto avere. Questa storia ci spiega ancora una volta quanto l’uomo riesca ad essere crudele nei confronti della natura, ma allo stesso tempo quanto le organizzazioni come AIR siano fondamentali per combattere questo tipo di cattiverie. Invitiamo a condividere la storia di Gito, per accrescere la consapevolezza su eventi del genere.

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