I lupi amano vivere in branco. Uniti non li ferma nessuno: si danno forza e coraggio, consapevoli di avere qualcuno pronto a difenderli, laddove necessario. Tra di loro dimostrano un fantastico senso di collaborazione, cruciale per sopravvivere in un ambiente ostile, dove le minacce possono trovarsi a pochi metri di distanza.
La capacità di agire di squadra, di fare fronte comune, in qualunque momento, così di giorno così di notte, li rende degli ossi duri. Riescono a creare una profonda connessione reciproca fin da piccoli, avendo innato lo spirito della condivisione e di fratellanza.
Branco di lupi fa la conoscenza di un cucciolo di cane nella foresta
Il tipo di relazione umana che forse più si avvicina al loro comportamento è quello da tipica confraternita dei college americani, anche se nemmeno questo concetto rende perfettamente l’idea. Mentre spesso tendiamo ad agire in maniera individuale, convinti di potercela sempre cavare, qualunque essa sia la situazione (salvo poi ricrederci una volta capito, a nostre spese, che non è così), i lupi non hanno nemmeno il dubbio.
Capiscono alla perfezione il proprio posto nel mondo, insegnato fin da cuccioli, e in base al ruolo perseguono delle funzioni diverse. Un branco è sempre formato da un leader, il quale deve sapere ogni volta cos’è la giusta, per la sopravvivenza sua e degli altri membri del gruppo. Che, dal canto loro, devono seguirlo e dargli manforte, secondo un meccanismo in cui tutti hanno da guadagnare.
Nel filmato visibile qui sotto non sappiamo i lupi dimostrano, però, di provare un senso di naturale compassione verso i cuccioli di una differente specie. Il piccolo è, infatti, un cagnolino, che li attira a sé nella foresta piangendo disperato.
Il suo aspetto differente non lo porta a essere considerato una minaccia, ma, al contrario, viene accudito dal branco, consapevole di avere dinanzi un’anima sperduta. Le immagini avrebbero parecchio da insegnarci circa la nostra reticenza ad accettare talvolta chi consideriamo diverso.
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