I morsi di squalo non provocati nel 2022 – recita il rapporto dell’Università della Florida – sono stati 57, decisamente meno ai 74 in media dell’ultimo decennio. Ai microfoni di CSB News, il dottor Robert Latour, professore di scienze marine presso il Virginia Institute of Marine Science, ha definito l’evento ben meno probabile rispetto a essere colpiti da un fulmine.
D’altro canto, Jeff Corwin, un biologo americano e ambientalista della fauna selvatica, ha spiegato che quando si è in acqua, in un ecosistema marino sano, spesso non si è a più di 100 metri di distanza da uno squalo.
Come “reagire” in caso di attacco di uno squalo
Spesso interagiscono le specie e non sanno nemmeno cosa fare in proposito, ha aggiunto l’esperto. Ma, come scrive il Daily Mail, alcune buone norme riducono la probabilità di essere attaccati. Ad esempio, un errore da non commettere mai è di comportarsi da prede. Voltare le spalle, nuotare o fare il morto significa esporsi a maggiori rischi.
Al contrario, per quanto sia difficile occorre guardarlo dritto negli occhi, restando immobili, e dopo un po’ il predatore se ne andrà via. Mantenere i nervi saldi, quindi, aiuta, al contrario di indossare degli oggetti luccicanti. In circostanze del genere, infatti, lo squalo verrà attirato, specie nelle acque torbide, dove la sua vista viene offuscata.
Se dei pesci di piccole o medie dimensioni saltano fuori dall’acqua è un cattivo presagio: forse stanno cercando di sfuggire da uno squalo, ragion per cui sarebbe il caso di non avvicinarsi. Numerosi attacchi avvengono alla foce dei fiumi.
Infine, qualora venga notato uno squalo prossimo ad arrivare sarebbe opportuno posizionarsi in maniera tale da evitare un morso al collo oppure al viso. E, se possibile, è bene creare una sorta di barriera tra sé e lo squalo, impiegando, ad esempio, un oggetto robusto o una barriera corallina.
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