Anna La RicciaI cani randagi spesso affrontano condizioni estreme, vivendo senza cibo, cure o un riparo sicuro. La vita di strada può rapidamente logorare un animale, rendendolo vulnerabile a malattie e incidenti. In molti casi, questi animali sono lasciati a se stessi, invisibili agli occhi della maggior parte delle persone. Tuttavia, ci sono momenti in cui un atto di gentilezza può cambiare il destino di uno di loro. È proprio quello che è successo a un cane randagio malato e abbandonato, ormai senza speranze, finché qualcuno non l’ha notato.
Cane randagio spacciato trova amore e una nuova famiglia
Tarzan, un incrocio di Pitbull, viveva accanto a una trafficata autostrada, vicino a una foresta densa. Gli abitanti della zona lo vedevano spesso e si prendevano cura di lui portandogli del cibo. Tuttavia, un giorno si resero conto che Tarzan non si vedeva più da diverse settimane. Preoccupati per la sua scomparsa, iniziarono a cercarlo e, durante le ricerche, scoprirono che era rimasto intrappolato tra i cespugli della foresta. Capendo che il cane aveva bisogno di aiuto, decisero di contattare l’organizzazione “Hope For Paws“.
JoAnn e Lisa, due soccorritrici dell’associazione, si fecero strada tra i fitti rovi di gelsi spinosi per cercare Tarzan. Quando lo trovarono, capirono subito che era estremamente debole. Con dolcezza, iniziarono a coccolarlo, promettendogli che l’avrebbero portato in salvo. Tuttavia, quando cercarono di farlo camminare, si accorsero che non aveva più la forza nemmeno per alzarsi. Riuscirono a prenderlo tra le braccia e a trasportarlo fino al furgone di salvataggio.
Tarzan, grato per l’aiuto ricevuto, dimostrò il suo affetto con abbracci e scodinzolii, felice di essere finalmente al sicuro. Dopo il salvataggio, trascorse diverse settimane nel rifugio per recuperare la sua forza e salute. Successivamente, venne accolto in una casa adottiva dove ebbe modo di riabilitarsi e trovare serenità. Con il tempo, Tarzan conquistò il cuore dei suoi nuovi proprietari e iniziò una nuova vita piena di gioia.
