Capita, a chiunque abbia animali pelosi in casa, di parlare con loro. La scienza rassicura e sostiene coloro che lo fanno e assicura che non sono pazzi come ci vuol far credere la società.
Ovviamente lo studio ha dato un nome a questo fenomeno chiamandolo Antropomorfismo. L’antropomorfismo è la tendenza ad attribuire aspetto, facoltà e destini umani a figure immaginarie, animali e cose. In particolare, l’attribuzione alla divinità di qualità umane fisiche, intellettuali e morali.
Se ci pensiamo bene applichiamo questo fenomeno sin dalla tenera età. Chi è che non ha mai dato da bambino un nome ad un suo orsetto di peluche? Solo che fatto da adulti viene considerato da immaturi. Parlando di scienza non possiamo non parlare dello scienziato Epley che ha evidenziato che sono molte le persone che in un modo o nell’altro tendono ad attribuire aspetti o facoltà a figure immaginarie o proprio a cose materiali.
Lo scienziato Epley nelle sue ricerche ha evidenziato che otre ad esserci persone che parlano con i propri animali ci sono anche persone che parlano ad esempio con le proprie auto in cui le auto hanno qualità intellettuali morali. Tanto che secondo Epley:
Riconoscere la mente di un altro essere umano implica gli stessi processi psicologici di riconoscere una mente in altri animali, un dio o persino un aggeggio. È il riflesso di una maggiore capacità del nostro cervello piuttosto che un segno della nostra stupidità
Secondo lo scienziato, l’antropomorfismo viene associato ad un intelligenza superiore. Sicuramente perché, coloro che parlano con animali o oggetti inanimati, hanno una maggiore facoltà di riuscire a socializzare con chiunque. Quindi la scienza approva tutti coloro che, per via di stereotipi e pregiudizi tipici della società odierna, si sentono strani o sbagliati. E rassicura che nessuno ha niente di sbagliato anzi, forse queste persone hanno una capacità in più, quella di sapersi relazionare.