Esattamente come il personaggio biblico, anche il gatto Lazarus era morto (figurativamente parlando). Trovato nel cortile da una donna, di nome Pamela Latham, era evidente che non fosse il ritratto della salute. Nel vederlo così malconcio e sanguinante, la signora provò un forte dispiacere. Aveva capito che era necessario prendere in mano la situazione, dagli supporto costante, per cercare di alimentare le chance di farlo uscire dal brutto periodo.
Lazarus: la storia del “gatto da battaglia”
Prima di arrivare alla sua abitazione, il micio aveva di certo affrontato varie peripezie. Nessuno aveva idea cosa nello specifico, ma bastava osservarne l’aspetto per stabilirlo. Le numerose ferite presenti ovunque avevano, addirittura, impedito a Pamela di riconoscere un micio in quel piccolo corpicino. Il muso era pieno di segni e delle cure mediche immediate erano quantomai necessarie.
Pur consapevole di avere una montagna da scalare, Pamela evitò di lasciarsi scoraggiare dalle avversità. Piuttosto, ciò le diede ulteriore stimolo nell’assistere il felino durante il percorso di guarigione. Seppur debilitato, poteva andare peggio, gli sarebbero bastati del buon riposo e del cibo, pensò in principio. Poi, una volta condotto Lazarus dal veterinario, vennero fuori a galla i problemi, davvero parecchi. Il referto medico segnalava una marea di complicazioni, peggiori del profilo tracciato.
Ecco perché Pamela lo definì un “gatto da battaglia”, impressionata dallo spirito temerario e coriaceo. Un timpano era andato, inoltre andavano trattati i lividi e le infezioni. A causa degli elevati costi da sostenere, la figlia di Pamela lanciò una campagna di crowfunding. Per sottoporre Lazarus alle cure mediche sarebbero stati sufficienti 500 dollari, ma dopo un paio settimana erano già 2.000! Pur avendo passato un brutto periodo, il gatto si riprese completamente e, nel tortuoso viaggio, conobbe la sua nuova famiglia adottiva.
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