Non esiste e non esisterà mai un modo semplice per spiegare gli orrori della guerra. Quello che sta succedendo in Ucraina è terribile e nessuno di noi può ancora capacitarsene. Oggi, però, vogliamo vedere un lato diverso della faccenda, scoprendo come i soldati ucraini trovino sollievo nei gatti che hanno, mano a mano, trovato e adottato.
Il contesto è dei più atroci: questi soldati combattono ogni giorno per salvare la propria vita e si trovano anche coinvolti in rischiose missioni di salvataggio. Proprio nel corso di queste missioni hanno più volte trovato dei gatti. Animali che, come gli stessi soldati hanno dichiarato al New York Times, non sono dei semplici randagi.
Non che i randagi abbiano meno dignità, attenzione. Ma questi gatti erano ex gatti domestici, padronali. E se i randagi, nonostante gli orrori, hanno sempre vissuto in strada e sanno cavarsela, i gatti domestici sono invece completamente confusi. Alcuni, sempre in base a quanto sostenuto dai soldati, sono proprio stati abbandonati dalle famiglie che sono fuggite, lasciandoseli alle spalle.
Più gatti i soldati hanno trovato, più si è concretizzata un’idea: portarli, mano a mano, negli accampamenti, dove in qualche modo potessero stare al sicuro. Un ufficiale medico ha dichiarato sempre al New York Times che questa trovata era un bene sia per gli animali che per i soldati, che trovano sollievo nei gatti, oltre che conforto e compagnia.
Il legame che si è creato negli accampamenti, per altro, a volte è fortissimo. Ci sono vere coppie di umani e felini che sono diventate inseparabili e molti soldati hanno già manifestato l’intenzione di adottare i micetti una volta tornati a casa. Per i gatti il benessere è evidente: non si sentono più né soli né smarriti.
Dunque, anche in un contesto terribile come quello della guerra gli esseri umani possono trovare sollievo nei gatti e i felini possono contare sugli umani. Non è forse questo che ci consente, anche se in modo piccolissimo, di avere speranza?
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