Nel mercato nero degli animali, nessuna specie è al sicuro. Il pangolino, un mammifero squamoso dalle abitudini notturne, è tra i più vulnerabili. La sua pelle è considerata pregiata per la produzione di gioielli e medicine tradizionali, mentre la carne è ricercata come prelibatezza culinaria in alcuni paesi. I suoi tratti biologici unici, come la capacità di arrotolarsi a palla per difendersi dagli attacchi, lo rendono una preda molto ambita. L’ingordigia senza limiti dei cacciatori senza scrupoli mette a rischio intere popolazioni di queste creature uniche. È urgente agire per porre fine a questo scempio prima che sia troppo tardi.
Il pagolino rischia l’estinzione
Il pangolino, un mammifero unico al mondo, è oggetto di un intenso traffico illegale, nonostante molti non ne abbiano mai sentito parlare. Appartenente alla famiglia dei folidoti, presenta somiglianze con l’armadillo e il formichiere, ma è distintivo per le sue squame di cheratina che ricoprono il corpo. Esistono otto specie di pangolini, diffuse in Asia meridionale e Africa subsahariana, con dimensioni che variano da quelle di un gatto a quelle di un cane di media taglia.
Oltre alle sue caratteristiche fisiche peculiari, come artigli pronunciati e una lingua adattata per scavare nel terreno, il pangolino è al centro di una crisi di estinzione. Numeri allarmanti riportati da fonti come il National Geographic indicano che tra il 2006 e il 2015 sono stati trafugati circa 1.2 milioni di pangolini dal loro habitat naturale per il commercio illegale. Questi animali vengono cacciati per le loro pelli, particolarmente pregiate per le scaglie utilizzate nella produzione di prodotti di lusso, e per i loro corpi, impiegati nella medicina tradizionale, soprattutto in Cina e Vietnam.
Questa pratica, basata su credenze senza fondamento scientifico, minaccia gravemente la sopravvivenza delle specie di pangolini, mettendole a rischio di estinzione. È essenziale agire per proteggere queste creature uniche e porre fine al loro sfruttamento indiscriminato.