Anni fa un gatto femmina entrò nel cortile di Natalya e diede alla luce due mici. La donna non vedeva l’ora di conoscerli, ma la madre non aveva intenzione di permetterglielo. Era parecchio protettiva nei loro confronti. Nel caso di altre specie ciò avrebbe potuto essere comprensibile, non nei felini. Ciò poiché hanno una spiccata predisposizione all’indipendenza. Di norma, passate le prime settimane fianco a fianco della mamma gatta cominciano a guardarsi intorno e andare a caccia della massima autonomia.
Quando ciò non accade di solito significa una e una cosa sola: il piccolo (o i piccoli) ha dei problemi di salute. A quel punto nel genitore si attiva un forte istinto di sopravvivenza. Non tolgono lo sguardo un secondo dal figlio e allontanano il mondo esterno, nel timore che gli faccia del male. Natalya ne ebbe subito il sospetto, ma non aveva modo di accertarsene di persona. Due mesi dopo il parto, la mamma morì e allora ebbe l’opportunità di fare conoscenza con il tenero gatto.
Allora i sospetti trovarono conferma: soffriva di diverse deformazioni congenite. Una serie di complicazioni lo avevano, purtroppo, colpito, ma quantomeno aveva incontrato una persona mossa dai buoni sentimenti. Toccata dalle disavventure di Fedya, la donna lo seguì nel percorso di crescita. Gli garantì costante supporto e cercò di trasmettergli fiducia in sé stesso. Anche i gesti più semplici, tipo ricevere una carezza, gli erano estranei.
Di conseguenza, fu necessario perseverare. Sebbene lo spirito ingenuo e innocente lo avrebbe mantenuto in eterno, sotto la costante vigilanza della padrona il micio mostrò dei notevoli miglioramenti. Si rivelò un gran coccolone: adorava tenere in mano la mano della padrona e alle manifestazioni d’affetto rispondeva con delle adorabili fusa. Con Natalya non si sarebbe mai sentito inadatto.
Leggi anche 4 motivi per i quali i gatti si coprono il viso quando dormono