Questa è la storia di un cane straordinario di nome Ugo morto quando aveva ormai 16 anni. Il suo proprietario, Francesco Bello, con molta nostalgia aveva così parlato:
Il treno, in marcia sulla indefinita ferrovia della vita, oggi ha registrato una fermata. Non mi è stato possibile scendere, ma ho solo potuto accompagnare il mio Ugo fino al varco, tenendolo tra le braccia.
Ugo viveva in Puglia ed era nato in una cucciolata numerosa. Per questo motivo era destinato a vivere in un canile ma il destino volle che la sua vita si incontrasse con quella di Francesco che lo amava tantissimo e aveva dichiarato:
Ugo, è stato la realizzazione del mio sogno fanciullesco, ho sempre desiderato avere un cane. Il suo esordio in casa è stato in prova, ma giorno dopo giorno e man mano che il tempo passava ha coinvolto tutti, fissando fondamenta stabili.
Francesco aveva sofferto molto in seguito alla perdita del suo cane. Era un cucciolo amato da tutti e testimonial di campagne contro l’abbandono. Francesco aveva così continuato nelle sue dichiarazioni:
Ugo era un cane speciale. Fedele amico per lunghi ed intensi 16 anni. Ombra luminosa in tutte le mie fasi, nei momenti belli ed in quelli meno belli. Era un meticcio e si è contraddistinto, per poi essere conosciuto da tantissime persone, per tutto quello che ha fatto. Dalla pet therapy in favore degli anziani a dei progetti con i bambini della scuola materna. Per diletto, si è cimentato, trionfando, anche in numerose manifestazioni cinofile (obbedience, agility, mobility) e per tanti altri episodi, in soccorso agli animali di strada.
Durante il suo lavoro negli asili era stato in grado di sensibilizzare i più piccoli nei confronti delle responsabilità da adottare quando si decide di adottare un cane. Fece capire loro che gli animali sono esseri viventi non giocattoli e che hanno determinate necessità che devono essere rispettate. Francesco continuò nel suo discorso:
È un essere vivente, meritevole di affetto, attenzioni ed amore. Un essere, allo stesso tempo, capace di amare e legarsi ai propri umani. È anche un impegno (l’esempio della passeggiata quotidiana) connotato da ragioni fisiologiche e di svago (socializzazione con l’ambiente esterno). In queste occasioni, i bambini della scuola materna, oltre ad aver avuto la possibilità di portarlo al guinzaglio, hanno illustrato il tutto attraverso disegni e cartelloni.
Come accadde per i bambini anche i più grandi, attraverso le sedute di pet therapy, avevano potuto apprezzare il dolcissimo Ugo. A proposito di ciò Francesco aggiunse:
Era il 2019, poco prima dello scoppio della pandemia per cui non siamo riusciti a continuare con gli incontri. Aveva 14 anni e la giornata vissuta è stata soprannominata “Ugo, un cane anziano tra gli anziani”. È stato un modo per gli anziani di una struttura nel leccese di allietare la loro giornata, interagire con il cane, accarezzarlo, destinargli tanto affetto, raccontare personali esperienze con gli animali. Si sono divertiti.
Il piccolo Ugo era conosciuto anche come Il Principe di Leuca perché quello era uno dei suoi posti preferiti. A proposito del suo carattere Francesco aveva dichiarato:
Ha lasciato un’eco roboante. È stato un insegnante d’amore puro e incondizionato. Insegnante di fedeltà assoluta verso il suo umano e come qualsiasi animale, ha dimostrato la grandezza contenuta nel cuore di un cane. Ugo, mi mancherà tutti i giorni, sempre. E proprio per questo motivo e per ciò che ha rappresentato per tutti, il suo ricordo deve rimanere sempre vivo.
Francesco aveva amato davvero molto il suo cane che rappresentava la sua felicità. L’uomo decise di salutarlo con una lettera, nella quale descriveva e faceva capire a tutti quanto sia stato straordinario condividere la propria vita con un amico a quattro zampe. Di seguito la commovente lettera di Francesco.
Il treno, in marcia sulla indefinita ferrovia della vita, oggi ha registrato una fermata. Non mi è stato possibile scendere, ma ho solo potuto accompagnare il mio Ugo fino al varco, tenendolo tra le braccia.
Iniziava con queste parole la lettera del giovane ragazzo, e continuava:
Oggi, finisce un’era. Uno dei cicli più belli della storia, un’epopea irripetibile, un’esperienza la cui saturazione ha raggiunto vette altissime. 16 anni e più, in cui ogni singolo giorno non è mai stato sprovvisto d’amore, affetto e sentimentale percezione. Ove, due specie diverse, da una parte quella umana dall’altra quella animale, pur non snaturandosi, hanno amalgamato i loro elementi migliori in una romantica associazione d’innata purezza. Autentiche emozioni.
Parlava di lui come di un compagno di vita speciale dicendo:
Ugo, ha rappresentato la realizzazione di quel sogno fanciullesco: “Quanto vorrei avere un cane!”. Ha esordito in prova, per poi, giorno dopo giorno, anno dopo anno, coinvolgere e sorprendere tutti. A detta di tanti, è stato un cane speciale. Per più della metà dei miei anni, Ugo si è rivelato un valoroso compagno di vita, l’ombra fedele dei miei passi, sincero riparo nei giorni burrascosi, amplificazione luccicante in quelli splendenti. Insieme, abbiamo condiviso tutto.
Ugo era per lui un componente della sua famiglia al quale rimase molto legato per lungo tempo:
Corsi e ricorsi storici, eventi di qualsiasi genere e misura, felicitazioni e tristezze. Un vero e proprio membro della famiglia. Un respiro profondo, attrezzato di coraggio, son riuscito a mantenere la promessa “Insieme fino alla fine”.
Tutto il resto è inciso nel collarino che gli ho lasciato addosso: “Ugo, sei sempre nel mio cuore”.
Proseguiva la lettera raccontando delle giornate trascorse con il suo amico:
Ora che è andato via, io sono un albero privato di taluni battiti. Senza le sue foglie, avvertirò il freddo della sua assenza. Ugo, mi mancherà tanto. In modo ininterrotto. Ma dovrò essere forte. I miei ritorni a casa, saranno resi off-line dal difetto di non trovare un’accogliente coda scodinzolante. Le passeggiate sul lungomare di Leuca procederanno insipide e tra un impegno e l’altro, non ci sarà più il metronomo a ritmare il momento serale più idoneo per il guinzaglio.
Scrisse anche parole di gratitudine nei confronti dei veterinari che avevano aiutato il piccolo dicendo:
Quanti chilometri scalfiti sull’asfalto, quante esperienze vissute, mio grande Ugo! D’ora in avanti, cercherò di rivederti nei sorrisi d’ogni singola persona conosciuta grazie a te. Stilare una lista è praticamente impossibile, ma riconoscente, ringrazio uno per uno, coloro i quali in tutti questi lunghi anni han speso un gesto, una parola, una dimostrazione d’affetto per te. Altrettanto grato nei confronti del Dottor Tony Forte e del Dottor Francesco Pascali, al cospetto delle loro enormi capacità umane e professionali, puntualmente destinate al mio miglior amico.
Salutava il suo migliore amico con la dolcezza di chi lo aveva amato per tutta la vita scrivendo:
Ugo, ora è arrivato il momento di salutarci. Devi andare. Il ponte dell’arcobaleno ti sta aspettando. Lì, ti vestirai di nuove energie, ritroverai la tempra e l’agilità originarie, non avvertirai più dolore alcuno. Vai Ugo, corri! Non lo so se in futuro, nuove zampette intersecheranno i miei passi. Ma di una cosa sono già certo. Per me, sarai indimenticabile ed insostituibile. Nel corso del nostro cammino, sicuramente qualche errore l’ho commesso, e ti chiedo scusa. Ciò nonostante ho sempre cercato di darti il massimo.
Infine lo ringraziava per tutto ciò che era stato per lui:
Tu mi hai insegnato tanto. Mi hai insegnato la bontà, la fedeltà e l’amore leale di un cane. Mi hai insegnato che l’amore non conosce specie e condividere una parte di esistenza con un animale è palestra per il cuore. Ricchezza per i suoi contenuti. È stato un onore averti avuto accanto, una favola meravigliosa. Presto o tardi, un giorno ci rincontreremo. E sarà per sempre. Ciao mio grande Ugo, infinitamente grazie per tutto quello che mi hai dato. Il tuo Francesco!”.