Leone ammalato dice addio alla sua custode riempiendola di baci ed abbracci

Esistono persone che sono innamorate degli animali selvatici ed offrono spesso servizio come volontari per aiutare queste specie viventi. La custode di un santuario ha salvato un leone dal circo. Così facendo, è riuscita a conquistare la sua fiducia ed anche il suo cuore. Prima era un animale schivo e pauroso, soprattutto nei confronti degli esseri umani e negli ultimi tempi era diventato socievole ed affettuoso, grazie a questa donna che gli ha fatto capire che gli umani non sono tutti uguali.

Leone abbraccia la custode che gli ha salvato la vita

Nel 2017, in Colombia, una donna, Ana Julia Torres, salvò un leone, di nome Giove, da un circo in cui lo maltrattavano da anni. Quando Ana lo salvò, era molto spaventato dall’essere umano, tanto da sviluppare quasi una fobia nei confronti dell’uomo. Inoltre, non aveva più gli artigli, perché probabilmente i dipendenti del circo glieli avevano tolti. Davanti a questo straziante scenario, la donna decise di portarlo via di lì e di trasferirlo al Rifugio Villa Lorena, a Cali.

Qui, Giove ebbe un cambiamento radicale, sia dal punto di vista comportamentale, sia riguardo il suo stato di salute. Migliorò sotto tutti i punti di vista e divenne un leone molto affettuoso. Purtroppo, dopo pochi mesi di permanenza, le autorità decidono che era meglio spostarlo allo zoo Los Caimanes di Montería, Córdoba, perché qui era un ambiente più tranquillo e c’erano molti altri animali.

Tuttavia, contrariamente alle aspettative, dopo quasi due anni, Giove iniziò ad ammalarsi pesantemente. I suoi reni ed il suo fegato erano sempre meno funzionanti ed il veterinario scoprì anche un’anemia grave. Era chiaro che il leone stesse per morire, così Ana chiede di riportarlo al suo santuario, nella speranza che si rimettesse. In seguito scoprirono che Giove aveva un tumore al fegato, quindi gli restava poco tempo. Evidentemente anche lui lo aveva capito, così, ogni volta che poteva si abbracciava e baciava la sua persona preferita, Ana.

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