La guerra in Ucraina non è ancora finita e naturalmente, a farne le spese oltre che i civili sono anche gli animali innocenti. L’ippodromo di Kiev non molto tempo fa, ha lanciato un appello per aiutare i 300 cavalli che ospita.
Moltissimi di questi animali sono stati abbandonati dai loro proprietari perché sono deceduti o perché costretti a scappare dalla nazione. La struttura purtroppo non riesce a sostenere le spese per il mantenimento di tutti, per questo ha deciso di lanciare una raccolta fondi.
Nel Paese gli esemplari di cavallo sono oltre 100mila, secondo le stime della Federazione Equestre Ucraina. Anche loro sono in pericolo. Al momento i combattimenti non sono molto vicini all’ippodromo in questione, ma la situazione cambia e potrebbe aggravarsi da un momento all’altro.
Ci sono alcuni agricoltori locali che possono fornire gli alimenti per i cavalli. I proprietari se ne occupano direttamente in loco o da remoto se hanno dipendenti. Per gli eventuali espatri, il problema ora è che non c’è ancora un passaggio sicuro garantito da Kiev al confine occidentale.
Spostare un cavallo infatti richiede dei mezzi e delle modalità adeguate, altrimenti potrebbe risultare pericoloso sia per l’animale che per l’autista.
Alcuni proprietari hanno lasciato i cavalli senza mangime e non rispondono alle telefonate. Altri li hanno abbandonati, altri non sono in grado di guadagnare i soldi necessari per sostenere i loro animali. Vogliamo salvare i cavalli, ma senza un aiuto non abbiamo alcuna opportunità. -Spiega il responsabile dell’ippodromo.
Fino ad ora la struttura ha ricevuto 1,8 tonnellate di mangimi Krafft dalla Svezia, grazie a un’iniziativa privata di un ippodromo tedesco. Hanno inviato foraggio e mangimi all’ippodromo, per aiutarli nella missione di salvataggio degli animali.
Anche le associazioni animaliste italiane hanno deciso di dare una mano. Enpa, Italian Horse Protection, Il rifugio degli asinelli, Lav, Progetto Islander e la rete dei santuari di animali liberi in Italia hanno comunicato la loro disponibilità ad accogliere gli equidi provenienti dall’Ucraina.
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