L’Odissea, come anche l’Iliade, è stato uno dei più grandi poemi greci la cui composizione venne attribuita al poeta Omero. Protagonista principale dell’opera è Odisseo o Ulisse, re di Itaca, e narra le vicende vissute da quest’ultimo dopo la guerra di Troia.
Si tratta di un’opera ricca di insegnamenti come quello che si può leggere nella parte del poema che vede come protagonista il cane di Ulisse, Argo. Non si parla molto di lui nella prima parte dell’Odissea. Si racconta del cane quando Omero descrisse la gioventù del protagonista dicendo semplicemente che questo era il suo cane da caccia.
Brevemente possiamo dire che la vicenda dell’Odissea narrava le peripezie affrontate dal valoroso Ulisse per tornare a casa. Era partito per la guerra di Troia e impiegò 10 anni fare ritorno ad Itaca, infatti Poseidone che favoriva la sorte dei troiani, cercava di ostacolarlo in ogni modo. Malgrado le avversità riuscì però a farvi ritorno. Una volta arrivato nella sua Itaca seppe che li, nonostante il tempo passato, lo attendevano la sua fedele moglie Penelope, il figlio Telemaco e il padre Laerte.
Durante questi 10 anni tutti credevano che Ulisse fosse morto. Ma egli in realtà, come abbiamo accennato, era stato in grado di superare ogni ostacolo. Arrivato ad Itaca però dovette affrontare i Proci, ovvero i pretendenti di sua moglie.
Così Ulisse sapendo che l’isola era stata assediata dai Proci decise di travestirsi da mendicante, una strategia adottata per non essere riconosciuto. Riuscì nel suo intento e nemmeno sua moglie lo riconobbe.
Ciò non accadde quando incontrò il suo amato cane Argo. Il cucciolo ormai vecchio e trascurato scodinzolò non appena Ulisse comparve davanti ai suoi occhi. Quella fu l’unica occasione in cui il protagonista della storia si commosse. Un passo del poema così recitava:
Ulisse, riguardatolo, s’asterse
Con man furtiva dalla guancia il pianto.
Dopo quel dolcissimo incontro il cucciolo fedele al suo padrone esalò l’ultimo respiro felice di averlo ritrovato. Infatti così continuava a raccontare:
Ed Argo, il fido can, poscia che visto
Ebbe dopo dieci anni e dieci Ulisse,
gli occhi nel sonno della morte chiuse.
Il poema omerico parlava dell’importante legame che può esistere tra un cane e il suo padrone. L’unico che non aveva potuto ingannare fu proprio lui, il suo amato cucciolo che lo aveva atteso per lunghi anni e che non si era mai dimenticato del suo padrone.
Si tratta di un legame forte e indissolubile di cui abbiamo racconti che provengono da tempi molto antichi come in questo caso. L’uomo ha sempre avuto bisogno di loro in ogni epoca e allo stesso modo anche loro hanno da sempre ricambiato il nostro affetto.
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