Pochissimi giorni fa, nello specifico dal 5 all’8 ottobre, sia a largo di Sanremo e di Bordighera, ma anche a Capo Mele, nel Mar Ligure, possiamo dire di aver assistito ad un avvistamento a dir poco eccezionale. Un branco di capodogli, con i loro piccoli, nuotavano felici fra le onde del mare.
I capodogli, sono animali appartenenti al gruppo degli Odontoceti, ossia dei cetacei provvisti di denti. Quest’ultimi, da adulti, possono raggiungere un peso fino a 45 tonnellate per una lunghezza complessiva di ben 18 metri. Insomma, difficilmente se si trovano in superficie passano inosservati.
Ahimè, i capodogli, sono animali che per moltissimo tempo sono stati quasi sull’orlo dell’estinzione per via del loro valore commerciale. Ad oggi, però, è assolutamente proibita la loro pesca, ma rientrano ancora nelle specie vulnerabili che si sta cercando di recuperare.
La regione Ligure, facente parte del progetto Cetacean Sanctuary Research (Csr), insieme alla Guardia Costiera di zona ed ai ricercatori di Tethys hanno scattato delle foto davvero uniche. Tramite l’utilizzo di un drone a lungo raggio, hanno potuto effettuare, nei giorni addietro, un monitoraggio di balene e delfini nel Mar Ligure.
Quest’ultimo è avvenuto, nello specifico, nella zona di Ponente del Santuario Pelagos, dove appunto, moltissime femmine di capodogli nuotavano libere assieme ai loro piccoli.
I ricercatori, aiutati e supervisionati dalla guardi costiera, hanno effettuato ben 4 giorni di avvistamenti, ottenendo un risultato davvero sorprendente.
Infatti, sono stati avvistati ben 24 esemplari, di cui alcuni alle prese nell’allattamento dei loro piccoli, una scenda davvero unica e rara.
Cosa ci preoccupa?
La direttrice del progetto, Sabrina Airoldi, ha però affermato:
Siamo di fronte ad una fluttuazione nella distribuzione di questi animali che, nonostante confermi l’importanza del Santuario per questa specie, suscita al contempo una certa preoccupazione. Il Mediterraneo, e la parte nord occidentale in particolare, è uno dei mari con maggior traffico marittimo al mondo, ed i casi di grandi cetacei uccisi o feriti a causa di una collisione sono frequenti. Questo vale a maggior ragione per i gruppi di capodogli con i loro piccoli, che, a differenza dei maschi adulti, stanno molto più a lungo in superficie.
Anche se quanto affermato dalla direttrice Sabrina Airoldi, può destare in noi una preoccupazione per questa specie, possiamo già affermare di aver fatto grandi passi avanti. La nostra battaglia però non finisce qui ma cercheremo sempre di garantire a questa specie una vita migliore.
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