Questa è la storia di un giovane ragazzo di nome Aaron Jackson. Il giovane prestò il suo aiuto al popolo ucraino con la creazione della Planting Peace, un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti. Aaron di sua iniziativa aveva deciso di recarsi presso il confine polacco-ucraino e contribuire a favore rifugiati che fuggivano dalla guerra. Aaron aveva dichiarato:
Fondamentalmente, stavo leggendo notizie e guardando le foto due settimane fa, quando tutto stava iniziando. Ho letto una storia su questi rifugiati che vivevano in una stazione ferroviaria e su come soffrissero a causa del freddo. Circa due ore dopo aver letto quella storia, ho comprato un biglietto aereo e sono volato quel giorno.
Il giovane si rese realmente conto della gravità della situazione solo una volta arrivato sul posto. Potè toccare con mano la sofferenza e le difficoltà non solo delle persone ma anche quella degli animali domestici a loro seguito. Il giovane raccontò:
Due milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina e la maggior parte di queste persone è entrata in Polonia, quindi è diventato incredibilmente difficile trovare un alloggio. È ancora più complesso quando hai un gatto o un cane, perché gli spazi sono limitati e non tutti i posti ammettono animali.
Questo ragazzo grazie all’aiuto di altre persone riuscì a fornire il suo aiuto ai rifugi per animali e a coloro che avendo anche un animale domestico incontravano ancora più difficoltà nell’individuare una sistemazione. Infatti si imbatté per esempio in una famiglia ucraina con a seguito un bellissimo cocker spaniel di nome Bella. La famiglia stava per lasciare il cane al rifugio in quanto non avendo trovato una sistemazione non volevano soffrisse la fame e il freddo.
Nel giro di pochissimi minuti Aaron trovò una sistemazione alla famiglia dove poter portare anche il cane. Il giovane disse:
È stato davvero sorprendente che le stelle si siano allineate in quel modo.
L’associazione Planting Peace oltre che a preoccuparsi di trovare alloggi sicuri donava cibo e trasportini a tutti gli animali domestici distribuiti per i principali centri per rifugiati che si trovavano lungo il confine. Aaron aggiunse:
Queste famiglie hanno dovuto fare quasi 200 km per arrivare al confine e hanno camminato per metà del viaggio con un cane sulla schiena. Quindi, se una persona è disposta a farlo per il proprio cane, non sarò sicuramente io a dirgli: “Devi sbarazzarti del tuo cane per trovare un alloggio”. Cercherò di fare tutto ciò che è in mio potere per riportarli a casa con il loro animale domestico, soprattutto perché hanno già rinunciato a così tanto.
Grazie agli sforzi del giovane Aaron e del suo team molte famiglie sono riuscite a restare unite e a tenere i loro amati animali accanto ,oltre che ad avere cibo e cure per superare il difficile momento.
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