La storia che stiamo per raccontare parla di un animale molto particolare, un viverridae il cui aspetto è del tutto simile a quello di un gatto. L’animale protagonista della nostra storia è una Genetta panterina detta anche Genetta maculata. Quando venne allo scoperto tutti pensarono fosse un gatto dall’aspetto un po’ buffo ma non era così.
Il ritrovamento della gennetta avvenne presso L’Aeroporto di Fiumicino e i carabinieri del Cites si accorsero subito di quale esemplare si trattava. Stando al racconto dei carabinieri il cucciolo si sarebbe nascosto in una cassa. Le autorità Forestali che si occuparono del cucciolo e di tutto ciò che poteva occorrere. L’animale era ancora cucciolo, lungo appena 20 centimetri, al suo ritrovamento apparve indebolito e molto affamato. Per questo motivo i Carabinieri Forestali lo portarono presso la struttura del Distaccamento del Cites. In quel luogo gli venne offerto del cibo e delle cure immediate.
Dopo alcune ricerche i Forestali riuscirono a capire come quell’animale fosse arrivato in aeroporto. Alla fine si riuscì a capire che il piccolo era arrivato insieme ad altri suoi simili importati dall’Africa verso l’Europa. Il piccolo esemplare però era riuscito a fuggire dal gruppo durante le operazioni di sbarco. La persona che si occupava del suo trasferimento ovviamente si adoperò molto velocemente per recuperarlo.
Stando alle informazioni fornite dalla Red List dell’Iucn la Genetta panterina sarebbe un animale classificata a rischio minimo di estinzione. Non ha bisogno di un habitat particolare. Infatti riesce a vivere in posti diversi come nelle foreste pluviali africane o negli altopiani etiopi. Ha una pelliccia corta che varia di colore a seconda dell’esemplare. Può essere di colore grigio biancastro o giallo pallido ed ha una linea scura sul dorso della schiena. La gennetta è un animale arbicolo notturno che si nutre di carne, bacche, uova e semi. Le sue prede preferite sono sostanzialmente i roditori. La scoperta di questa specie di animale avvenne nel 1830 grazie allo zoologo John Edward Gray.
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